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mercoledì 23 maggio 2012

Cereali in rosso con gamberi al miele di melagrana


Ehhh, ci risiamo. Continua la saga del Red Menu, Red Passion, Red in tutte le maniere e le salse. Quando si dice la fissa. Sto diventando monotona fino alla noia, ma mi sono lasciata allettare da nuove idee scovate in giro nella camaleontica blog-sfera e anche dai consigli e le esperienze di chi ha già osato e ne sa qualcosa più di me. 
Ecco, bandierina piazzata anche su questi fogli che affollano la scrivania, appunti presi alla rinfusa, corretti, adattati, riaggiustati, riprovati. L'occasione per adoperare i tanti barattoli di marmellata alla melagrana che questo inverno mi sono sbattuta allo sfinimento per sgranare, centrifugare, conservare. Succhi, ghiaccioli, marmellate, la scoperta di un elisir di lunga vita, pregevolissimo, ricchissimo. Tutto issimo, stasera. 
Marmellata di melagrana ai pinoli utilizzata per aromatizzare e dare un tono rosso al miele, con cui sono stati caramellati i gamberoni. Cereali con le rape rosse corrette con una spruzzata di vino e di pecorino che, pare, ben si sposa con il pesce. Il solito contrasto un pò dolce e un pò salato, un pò tenero e un pò scrocchiante, un gusto saporitissimo che, lo sapete bene, tanto incontra i miei favori.


  Cereali in rosso con gamberi al miele di melagrana

INGREDIENTI:

Rape Rosse 2
Riso Orzo Avena (Gallo) 200 g
Gamberoni 8
Cipolla Rossa 1
Brodo Vegetale 1,5 l
Miele di acacia 2 cucchiaini
Marmellata di melagrana 1 cucchiaino
Prosecco 200 ml
Pecorino, 2 cucchiai
Burro, una noce
Semi di Lino, 1 cucchiaio
Olio, Sale, Pepe q.b.

 PREPARAZIONE:


Tagliate le rape in piccoli dadi e passate al minipiper per ottenere una crema.
Fate appassire in una padella con poco olio la cipolla, aggiungete i cereali e tostate per pochi minuti.
Sfumate con 100 ml di prosecco e aggiungete la crema di rapa e un pizzico di sale. Mescolate e lasciate insaporire per pochi minuti. Portate a cottura aggiungendo il brodo vegetale.

Preparate nel frattempo il miele aromatizzato alla melagrana con due cucchiaini di miele e uno di marmellata.
Pulite i gamberoni eliminando il carapace e tenendo la testa. Riscaldate poco olio in una padella antiaderente e adagiatevi i gamberoni, sfumate con i restanti 100 ml di prosecco, aggiungete un pizzico di sale e caramellate con il miele alla melagrana.

A fine cottura, aggiungete al riso il pecorino grattugiato e mantecate con una noce di burro.
Servitelo accompagnato dai gamberoni al miele, cosparsi di semi di lino.



Con questa ricetta partecipo al contest:

Color & Food What Else? Red Passion - scade il 25 MAGGIO 
Red Passion per Colors & Food di Maggio di Valentina e Cinzia


venerdì 18 maggio 2012

Tangy Onion Chutney




Gli strascichi del viaggio a Londra si ripercuotono con contaminazioni e novità sul piano delle abitudini culinarie di casa. Con la mia amica di liceo, trasferitasi subito dopo le scuole in England, è un continuo verificare e scambiarci ricette. Io le ricordo le nostre tradizioni italiane che, come la lingua, finiscono per riflettere un medley di accostamenti e azzardi poco nostrani. Lei mi presenta cene all'insegna dell'internazionalità, un pò indiane, un pò cinesi, un pò inglesi, un pò di tutto... che io apprezzo inesorabilmente. Sarà che quando se magna se magna, diremmo da queste parti. Dappertutto, in ogni paese, la convivialità e la socialità si condividono intorno a una tavola... e a un buon bicchiere di vino bianco ghiacciato. Italiano, ovviamente. E poi mi piacciono gli accostamenti agrodolci, esaltano il palato e la mia golosità.

Questo Tangy Onion Chutney mi è stato proposto come accompagnamento a formaggi e carni, una salsa agrodolce, zucchero e aceto, dal gusto sopraffino. Fatta di cipolle, ok, io le ho sempre scartate e bistrattate, ma le sto riscoprendo nelle proprietà e soprattutto negli accostamenti dolci-salati. Già solo il colore che queste cipolle, unite agli altri ingredienti, rendono in cottura è entusiasmante: un rosso brillante, poco reso, ma abbastanza vicino, dagli scatti presi in tavola. 

Ricetta catturata al volo, non mi pareva vero, ed esportata per il contest Red Passion, per il quale mi sono ripromessa di postare più elaborazioni. Eh eh, sono al livello di pazzia, un calderone di idee rosse diavolerie.

        Tangy Onion Chutney

INGREDIENTI:

Cipolle Rosse affettate, 4
Zucchero, 1 cucchiaio
Vino Rosso, 100 ml
Aceto di vino rosso, 100 ml
(si può aggiungere mela a pezzi e uva sultanina)

PREPARAZIONE:

Ponete in una padellina antiaderente le cipolle affettate e lo zucchero a fuoco medio per circa 15 minuti.

Versate il vino rosso e l'aceto  e lasciate sobollire scoperto fino a quando il liquido sarà ridotto e il composto addensato, circa 15 minuti.

Lasciate raffreddare. Servite con formaggio di capra su toast o per accompagnare arrosti di maiale, selvaggina, cacciagione.

Per conservarlo, versate il chutney bollente in vasetti sterilizzati e a chiusura ermetica. Capovolgete e lasciate raffreddare.
Si conserva per 6-12 mesi.


Con questa ricetta partecipo al contest:

Color & Food What Else? Red Passion - scade il 25 MAGGIO 
Red Passion per Colors & Food di Maggio di Cinzia e Valentina

mercoledì 16 maggio 2012

Fiori di campo in viaggio con mammà



Ehhh, è davvero troppo tempo che manco da questi schermi. Mi sono sempre promessa di non lasciar troppi buchi in questo diario blog-gosferico, di fare almeno un capolino veloce di tanto in tanto, perchè anche scrivere in un blog aiuta a tenere il filo con se stessi, a trovare magari un equilibrio, una traccia di coerenza che, presi dal vortice della quotidianità, non si riesce più a percepire... 

Invece stavolta ho perso decisamente colpi e ritmo. Ho dovuto passare la mano, un giorno e poi l'altro. E mi ritrovo a rincorrere pensieri e scatti memorizzati ...  a rincorrere il mio contest preferito, che va avanti come un treno e io rimango a guardare, a restare di sasso di fronte a certe immagini, all'originalità e la creatività di tante blog-amiche... bravissime. E mi dico 'ma dove vado? ma come posso competere???' ...
va così, ma  nel mio piccolo e nella mia non-bravura culinaria, non può essere comunque che manchi questo mese al Colors & Food Contest, al Red Passion di Maggio, ormai più che un'abitudine, una certezza... un appuntamento irrinunciabile.

Complice di questa assenza, fra l'altro, o, proprio per questo, un viaggio a Londra, che aspettavo da tanto... ma tanto davvero. In viaggio con mammà, si. Ci tenevo a fare un viaggio in solitaria con la mia gnometta. Un'esperienza unica, diversa dalla classica vacanza di famiglia, che porta ad essere il solo riferimento l'una per l'altra, a guardarsi sempre negli occhi, camminare mano nella mano, in una città straniera. Un legante che unisce in maniera straordinaria...
Lei sballottolata in una metropoli che le arrivava da ogni angolo di strada. Io catapultata nella mia metropoli di gioventù. Quanti biglietti fatti a vent'anni, quante fughe, quanti conflitti con questa città, quante difficoltà per imparare l'inglese... Con la mia piccola di 5 anni... a distanza di vent'anni.
Le emozioni, le sensazioni risalite, i ricordi, i luoghi riconosciuti e accarezzati, l'orda di pensieri e di visioni che si rincorrevano e sostituivano l'oggi con l'allora, non li posso ancora fermare, verbalizzare, cristallizzare. Non li ho ancora distillati,  permangono in fase di decantazione... 

Per ora mi concentro sul contest di  questo mese, il Rosso della Passione, un colore non scontato (a volte le distese pro-San Valentino mi fanno sussultare), che riesce ad arricchire la tavola quando ben distribuito, accostato, evidenziato in piccole macchie di colore.
Ho scelto questi fiori di campo, ripresi e riadattati dalla fantasia dello/a Chef Aurora Mazzucchelli, ma proposti in un contrasto tra la dolcezza della rapa rossa e il gusto pieno di un caprino  e di un gorgonzola D.O.P., straordinario.

Serviti su una mattonella acquistata, non a caso, a Camden Town.


Fiori di Campo...con Rapa Rossa

INGREDIENTI:

Rape rosse cotte al forno o a vapore, 500 g
Gorgonzola D.O.P., 150 g
Caprino, 150 g
Scaglie di Mandorle
Aceto Balsamico
Olio extravergine
Pepe
Erba Cipolline per guarnire

PROCEDIMENTO:

Pelate le rape rosse e tagliatele sottolissime, devono risultare quasi trasparenti. Meglio sarebbe utilizzare un'affettatrice. Io, in mancanza, ho utilizzato un coltellino lungo e molto ben affilato.

Lavorate in ciotole separate il gorgonzola e il caprino per renderli cremosi.

Farcite una parte delle rape affettate con una noce di gorgonzola e una parte con il caprino e aualche scaglia di mandorla a pezzi.

Sovrapponete con fettine di rape,  fate aderire bene le parti e tagliate con un tagliabiscotti a forma di fiore.

Disponete su un piatto da portata, adagiate dell'erba cipollina per dare l'idea di steli in un prato, condite con olio extravergine e aceto balsamico.
Se vi piace, una spolverata di pepe.


Con questa ricetta partecipo al contest:

Color & Food What Else? Red Passion - scade il 25 MAGGIO 
Red Passion per Colors & Food di Maggio

giovedì 19 aprile 2012

Ravioli di rosa vestiti



Come al solito cavalco l'onda. Riconosco di non essere per niente originale, mi entusiasmo per poco, come per questi ravioli che mi sembrano un'opera incredibile per quanto in passato mi sarebbero apparsi impossibili da fare, perchè non ero mai riuscita a farli, nemmeno in maniera classica, senza quel tocco di rape rosse.

Se c'è qualcosa che davvero non mi aspettavo quando ho iniziato a scrivere in questo blog, è quanto mi sarei spesa per ottenere un risultato, quanto mi avrebbe presa ed insegnato, quanto avrei voluto mettermi in gioco. Non avrei proprio creduto di buttarmi a tirare di sfoglia, andare dalla suocera a mendicare lezioni per la perfetta riuscita della pasta fatta in casa, lei che quando sono uscita si sarà fatta tre volte il segno della croce e si sarà chiesta in quali mani sia capitato mai il suo povero figlio. Miracoli della gastronomia e della tigna che fuoriesce furiosa quando meno te lo aspetti.

La prima volta sono stata colpita dalle fettuccine di Cinzia: una folgorazione, tipo bimbetta davanti a una vetrina di dolcetti 'Ohhhhhhh'. Mi ero ripromessa che prima o poi sarei riuscita a farne qualcosa di quelle dosi e indicazioni salvate nella mia pagina dei preferiti. Poi, sempre la Cinzia, butta giù l'idea del Think Pink ... e allora è una provocazione! L'occasione giusta per  provare.

La prima prova, invece, tutto da rifare. Un impasto che sembrava un sercio da tirare addosso al proprio peggior nemico. Ho centrato d'un colpo solo il secchio della spazzatura. Poi, in quelle volte che riesco a sorprendere persino me stessa,  molto gentilmente, ho chiesto alla sora Enza dove avevo potuto sbagliare e, meglio, se potevo andare da lei il giorno successivo, ore 14.30, con tutti i miei alambicchi di rape e passate e ripieni da utilizzare, a vedere un pò come si fa 'sto famoso impasto elastico e morbido che credevo sarebbe venuto da sè anche a me e, soprattutto, come si tira la sfoglia ideale per ravioli e fettuccine...
E lei ha tirato fuori la sua tavola enorme, il suo mega mattarello, da brava, bravissima massaia; poi ha tirato fuori anche il grembiule, dovessi sporcarti sai, e poi vai, a lavorare di braccia, a usare il famoso olio di gomito, con 'sta farina  che sembrava non fosse mai abbastanza perchè l'impasto non risultasse comunque appiccicoso. Lei ogni tanto ci infilava dentro ben dritto il suo dito indice e da brava maestra  mi esortava continua, continua... Chi me l'avrebbe mai detto.

Comunque, esperimento riuscito, sono molto soddisfatta dell'insegnamento ricevuto. Certo tra me e lei continua a non esserci quella fluida armonia che potrebbe, è questione di feeling, non riusciamo proprio ad abbatterlo quel muro, quella punta di diffidenza mal celata. Reciproca. Ho imparato con sofferenza a parare i colpi bassi. Ma ho sempre qualche lato esposto. E' questione di carattere.

A parte queste questioni personali di cui non dovrei affatto parlare, ma chissà perchè riverso continuamente in queste pagine tutti i miei pensieri, torno a parlare dei ravioli rosa, per il cui ripieno ho utilizzato soprattutto foglie di insalata, quelle che elimino nella preparazione di insalate fresche, oltre a spinaci e bietole. Insieme, una manciata di mandorle tritate che rendono il composto un pò croccante.
Conditi con burro, che non amo particolarmente, ma che invece stavolta ho particolarmente apprezzato, semi di papavero e ricotta affumicata.


RAVIOLI DI ROSA VESTITI


INGREDIENTI per 35-40 ravioli:

Per i ravioli:
farina di grano '00', 200 g
uova, 2
rape rosse, 2

Per il ripieno:
ricotta di pecora 300 g
uovo, 1
foglie di verdura mista: insalata, spinaci, bieta
parmigiano, 50 g
mandorle tritate 25 g
noce moscata
sale q.b.

Per il condimento:
semi di papavero, 1 cucchiaio
burro, 50 g
ricotta affumicata



PREPARAZIONE:

Disponete la farina a fontana e mettete al centro 2 uova e le rape rosse passate al passaverdure.
Lavorate fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Fate riposare per almeno mezz'ora coperto da un panno.

Tritate la verdura ben strizzata.

In una ciotola lavorate la ricotta con le verdure tritate, il parmigiano, l'uovo rimasto, un pizzico di sale, un nonnulla di noce moscata, le mandorle tritate.

Tirate la sfoglia non troppo sottile. Ricavate con un coppapasta rotondo dei cerchi da farcire con piccole nocciole di composto. Piegate a formare i ravioli chiudendo bene le estremità con i rebbi di una forchetta.

Cuocete in acqua salata, spadellateli un minuto in padella con burro fuso e servite con una grattuggiata di ricotta affumicata e una spolverata di semi di papavero.




Color & Food What Else? Think Pink - scade il 25 APRILECon questa ricetta partecipo al contest di  Cinzia e Valentina:

venerdì 13 aprile 2012

Ciambella di couscous con coulis di fragole



Ognuno ha dei capisaldi nella vita, si sa, punti di vista difficili da cambiare nel corso degli anni.
E io non ho mai amato il rosa. Ecco, l'ho detto. Nella mia crescita e trasformazione in adolescente ribelle, puntualizzatrice, contestatrice e anche un pò pro-femminista (una vera rompiballe, insomma), questo colore mi sembrava insopportabilmente sessista, melenso, banale, con tutti i corollari e i significati in negativo che potevo appiccicare al termine romantico, concetto che poco rientrava nelle mie corde.
Tutto credo sia nato da bambina nella scelta dei pigiama. Quando si andava a comprarne uno nuovo era la solita  agonia: centinaia di confezioni patinate, economiche o costose, ma la scelta  del colore rimaneva sempre e solo tra il rosa e l'azzurro; se andava bene, forse, botta di vita, magari c'era anche in bianco. E io non riuscivo a crederci.Cavolo, sono stufa di pigiama rosa o azzurri, mi dicevo; vorrei un pigiama, che ne so, giallo albiccoca, verde pisello, magari lilla ciclamino, tiè! Invece chissà perchè tutti i colorifici tessili del mondo programmavano le loro macchine su quei soli colori. Misteri della produzione industriale che non mi era dato capire.

Tutto è cominciato da lì, dunque, passando poi per le frequentazioni scolastiche in cui, categorico, si formano i primi gruppi di aggregazione. Dunque le appassionate di Baglioni, tutte pizzi e nastri rosa, si distinguevano dalle fans di Renato Zero, dai look multicolor, e dalle amanti della musica rock d'oltrealpi,  dallo stile parecchio noir, con tutte le distinzioni caratteriali, linguistiche e mentali che  la musica d'ascolto portava nello scegliersi e riconoscersi reciprocamente. Io ero per le contaminazioni  inglesi, un pò rockettara, quindi figuriamoci come potevo vedere i fronzoli e le sdolcinerie baglioniane.

Poi la gravidanza oltre ai sapori cambia anche i gusti, si sa, e da quando è nata la mia gnometta molte cose sono cambiate. Tra queste l'attenzione per il rosa. Sarà che non me lo sono filato per una vita e allora, olé, changez la femme, cancelliamo tutti i pensieri precedenti e all'insegna della pura coerenza adesso è tra i miei preferiti nelle sfumature fucsia e rosa confetto distribuiti nell'arredamento di casa, per non parlare del vestiario della gnoma che se apri l'armadio ti investe con tutta la sua appiccicosa sdolcineria monocromatica di una scelta fatta dalla piccola con pura coscienza, perchè per lei, al contrario di me, esiste solo il rosa, non ci sono altri colori.
In cucina, però, il rosa
 non è proprio naturale. Sono abbastanza ignorante in materia, lo so, ma nonostante sforzassi al massimo le provatissime meningi, non ho trovato frutta rosa da adattare a piatti salati o dolci, come piace a me.
Allora per la prima, badate bene, PRIMA ricetta per il Colors & Food, What Else? contest di Cinzia e Valentina, ho deciso di buttarmi sulle fragole, banalissime ma gustose e invitanti in questo periodo perchè sono le prime e io resistere alle primizie proprio non riesco. Poi quelle che ho trovato su un banco del mercato provenivano da Terracina, che sono innanzitutto italiane, coltivate a pochi chilometri da qui e comunque notoriamente piccoline ma ben rosse e dolcissime, di un sapore intensissimo.
Unite al couscous creano un connubio insolito e sorprendente, un dessert per una cena creativa, tratto dall'idea di un vecchissimo numero di Cucina Moderna, la cui pagina doviziosamente strappata troneggia tra le pagine del mio talismano personale da anni immemori.


Ciambella di Couscous e Coulis di Fragole

INGREDIENTI:

couscous 200g
fragole pulite 200 g
liquore rosso 4 cucchiai (liquore di melograno)
zucchero 180 g
burro 50 g
latte 5 dl
uovo 1 + tuorli 2
baccello di vaniglia
scorza di limone non trattato + succo


PREPARAZIONE:

Portate a ebollizione il latte con il baccello di vaniglia, la scorza di limone e 80 g di zucchero in una casseruola.

Versate il couscous e cuocete a fuoco molto basso per 3 minuti, sempre mescolando.

Togliete la scorza di limone e il baccello di vaniglia, unite il burro a pezzetti e aromatizzate con il liquore.
Dopo 5 minuti incorporate l'uovo e i tuorli sbattuti.

Versate mezzo bicchiere d'acqua in un pentolino antiaderente, unite 70 g di zucchero e cuocete a fuoco basso fino ad ottenere un caramello ambrato.


Versate il caramello ottenuto nei piccoli stampi a ciambella, livellatelo e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti.
Lasciate riposare il dolce per 10 minuti.

Nel frattempo preparate il coulis di fragole mettendo la frutta in un pentolino con 30 g di zucchero e 1/4 di succo di limone e cuocete a fuoco lento fino a ridurlo. Passate al setaccio. (Per la crema rosa ho unito qualche cucchiaio di latte).

Versate un pò di salsa in un piatto da portata, ponete la ciambella di couscous nel centro e decorate a piacere.

  
Con questa ricetta partecipo al contest di Daniela Fragole A Colazione


al contest di Isabella: La Fragola vien Mangiando



e all'immancabile contest di  Cinzia e Valentina: Colors & Food, What Else? Aprile...Think Pink!

Color & Food What Else? Think Pink - scade il 25 APRILE

martedì 10 aprile 2012

Tagliatelle con asparagi selvatici



L'aria di primavera fa venire voglia di vita all'aria aperta, di scampagnate, passeggiate, corse in mezzo ai prati e ai campi ritornati verdi. Immancabile, ai primi tepori, una puntata in cerca degli amatissimi asparagi selvatici, primizie della natura che la campagna romana regala in abbondanza e che in questa zona, Roma Nord, diventa una corsa al me lo acchiappo prima io.  Chissà perchè, per quanto ogni anno ci si anticipi nella ricerca, c'è sempre qualcuno che è passato prima di te. Non c'è storia. E' una battaglia persa in partenza.

Per fortuna, girando qua e là, passando al setaccio cespugli e cespuglietti, un mazzolino verde e odoroso si riesce sempre a guadagnarselo e a portarselo a casa, tipo trofeo di cui andare fieri.
Vuoi mettere andare al supermercato e pagare alla cassa, seduta stante, quanto dovuto per quel mazzo di mega-asparagi-coltivati versus andare per macchie e ritrovarsi in simbiosi con la natura,  respirare e vivere quel contesto di odori e rumori e colori, recuperare lo spirito del mangiare quel che trovi, direttamente dalla terra alla tavola? Tornare a casa sporchi, sudati, stanchi, con qualche foglia infilata qua e là, un paio di graffi per gradire, il ricordo di quegli insetti che ci hanno fatto saltare e dare alla fuga ... ma chissà perchè, felici. Un ritorno a comportamenti ancestrali che riescono a farci sentire bene dentro in un'epoca in cui questi rituali sembrano sempre più marginalizzati.

Io che provengo da una zona di mare e sono qui ormai da ben dieci anni, ho imparato da subito ad apprezzare ricette e piatti in cui l'asparago selvatico la fa da protagonista: con le uova, in brodo, in insalata, ma soprattutto cucinati con la pasta fresca o le linguine.
Una sorta di carbonara, ma più leggera, per la mancanza della pancetta sfrigolata nell'olio e il sapore forte e amarognolo delle verdure.


Tagliatelle con asparagi selvatici


INGREDIENTI:

asparagi selvatici, 300 g
tagliatelle, 500 g
cipollotti freschi di media misura, 2
uova, 3
parmigiano, 3 cucchiai
olio Evo, 5 cucchiai
acqua, due mestoli
sale

PREPARAZIONE:

Lavate e pulite gli asparagi, riduceteli a pezzetti di circa 2 cm eliminando la parte legnosa del gambo.
Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua per cuocere la pasta.
In una padella mettete l'olio e i cipollotti tagliati a fettine. Fate rosolare pochi  minuti, unite gli asparagi, lasciate insaporire  per un minuto (togliete a questo punto dalla cottura qualche punta di asparago per decorare il piatto in tavola). Aggiungete due mestoli di acqua e il sale.
Lasciate cuocere gli aparagi e fate restringere un pò il brodo, che deve risultare comunque abbastanza liquido perchè la pasta fresca assorbe molto condimento.
Nel frattempo sbattete le uova in una ciotola e unite il parmigiano.
Al bollore dell'acqua, mettete a cuocere la pasta, scolandola due minuti prima del punto di cottura.
Versatela nella padella con gli asparagi e finite di cuocere a fuoco vivo amalgamando la salsa e aggiungendo dell'acqua di cottura se dovesse risultare troppo asciutta.
Spegnete il fuoco, aggiungete le uova con il parmigiano e girate velocemente.
Servite subito spolverizzando  con altro parmigiano e decorando con qualche punta di asparago che avete tenuto da parte.


Con questa ricetta partecipo al contest di Una Pasticciona in Cucina: Riscopriamo la Primavera a Tavola


e la contest di Laura Italia In Cucina

Italia in cucina - scade: al raggiungimento di 5 ricette per regione

lunedì 9 aprile 2012

Panetto di orzo e bietole per Pasquetta


Finalmente una Pasquetta con il sole! Era tanto che non se ne vedeva. E sono tornati i palloni e il fumo delle grigliate nell'aria, le coperte colorate buttate a terra, voci schiamazzanti e gruppi di ragazzi sui prati. Negli ultimi anni  c'è stata sempre pioggia da queste parti, non se ne poteva più. 
Invece stamattina un bel sole, dopo le piogge della notte, prometteva una ritrovata giornata primaverile. 
Ma anche, inaspettato, un gelo niente male. Intorno, le cime delle montagne erano di nuovo imbiancate. 

Ormai votati al tempo libero entusiasmante per piccoli e grandi, abbiamo evitato la scampagnata all'aria aperta, ma rigida, e deciso di passare una Pasquetta diversa e insolita, una piena immersione nel mondo delle favole, approfittando dell'apertura del Castello di Lunghezza, pochi chilometri da Roma, ne 
Il fantastico Mondo del Fantastico.


Sarà che quando ero bambina tutte queste iniziative pro-bambino non esistevano proprio o, molto più probabilmente, i miei non le conoscevano e non mi ci portavano; non sono mai stata a teatro o al Luna Park cittadino.
Ora però mi si è aperto un mondo, mi diverto proprio e non dovrei dirlo, a una certa età.

Invece  mi sono fatta delle sane, grasse risate nei vari spettacolini disseminati a orari qua e là, con rifacimenti poco fedeli delle favole classiche. Una Biancaneve, un Capitan Uncino, un Genio della Lampada rivisitati e un pò fuori dagli schemi, Zorro che incontra Merlino, Pinocchio che dialoga con Alice nel Paese delle Meraviglie.
Attori molto simpatici, che hanno fatto ridere più gli adulti che i bambini, probabilmente, e preparati, capaci di improvvisare battute in un tempo pari a zero e per questo coinvolgenti.

L'ultimo spettacolo alle 18.00, un giro di valzer con le varie principesse ormai decisamente fuori tempo, una capatina nel laboratorio di Mr. Frankestein e il suo spassoso aiutante Igor, per finire con il 'malvenuti, mettetevi scomodi' di Mortisia nella stanza dei vampiri.

La zona non è molto grande, si svolge all'aperto come intorno a  un grande cerchio. Intorno prati e aree attrezzate con tavolini dove sistemarsi per un pic-nic o un break da panino e caffè, per poi ricominciare, orari e mappa alla mano, a decidere verso quale meta spostare la comitiva.

L'idea del pranzo, dopo i bagordi della Pasqua, è stata quella di puntare su panini, golosità varie e piccole creazioni pratiche da picnic.
Era da tempo che avevo avvistato, in giro per il web, una interessante ricettina di unapinguinaincucina che mi ero appuntata per l'occasione e poiché, chissà perché, non c'è mai ricetta che vada bene proprio così com'è, l'ho rimaneggiata, poco, accorciato i tempi di preparazione e confezionato tanti piccoli panetti da asporto-e-distribuzione, uno a te, uno a te e uno a te, da buoni fratelli, sia mai che dovessimo condividere. 
Ormai anche nel tempo libero e nel campo del mangereccio siamo orientati verso l'individualismo: mono-porzioni, bicchierini, verrine, finger-food, tutto studiato ai fini della praticità, per carità, ma che fa evitare di sfiorarci, di invadere spazi altrui.
Almeno però, evviva la praticità, abbiamo evitato di dover affettare, alla ricerca del coltello che non si trova mai. Risparmiamo energie quando si può, eh, che poi la settimana lavorativa ci ri-assale in un attimo.

Dunque, ho utilizzato pasta sfoglia e contenitori di alluminio cm 8 di diametro e cm 6 di altezza.
Utilizzato soprattutto coste di bietole che mi avanzano sempre, non so mai bene cosa farne, le separo dalle foglie e sono sempre in eccesso, non le amo particolarmente.
Invece in questo tortino si sono amalgamate alla grande. 


Panetto di orzo e bietole

INGREDIENTI:

pasta sfoglia  1 confezione
coste e foglie di bietole lessate 200 g
orzo lessato 300 g  (circa 40 g a crudo)
uovo 1
parmigiano 4 cucchiai
sale q.b.
aglio 2 spicchi
basilico 2 foglie
olio Evo

PREPARAZIONE:

Togliete dal frigo e srotolate la pasta sfoglia. Tagliatela in tante parti quanti sono i vostri contenitori da riempire, considerando che la pasta deve avanzare da tutti i lati per poterla chiudere bene sopra.
Io ne ho riempiti due, di quelli di alluminio usa e getta, 8 cm di diametro e 6 cm di altezza.

Foderate dunque gli stampi, praticate dei fori con la forchetta.

Passate in padella per pochi minuti le coste e le foglie di bietole a insaporire con 2 spicchi di aglio e 4 cucchiai di olio di oliva.
Passate tutto al frullatore, eliminando l'aglio se dovesse sembrarvi un sapore troppo forte.

Unite la purea di bietole all'orzo già lessato.
Aggiungete l'uovo, il parmigiano, il basilico tagliato a pezzetti con le mani e aggiustate di sale.

Riempite con il composto i contenitori di pasta sfoglia e sigillate la parte superiore, pizzicando e arrotolando su sé stessa la pasta per far aderire bene le parti.

Cuocere in forno ventilato a 180° per 20 minuti circa o fino a quando la pasta non avrà assunto un colore dorato.





Con questa ricetta partecipo al contest Spuntino Sopraffino, Fallo Sveltino di La Cuochina Spraffina 

lunedì 2 aprile 2012

Fagottini di pesce al ritorno da Zoomarine


Quest'anno la stagione 2012 di  Zoomarine mi sembra sia iniziata prestissimo.
Ho potuto usufruire, EVENTO degli EVENTI!, di una inaspettata promozione 2x1 per il weekend di apertura, ossia il 31 marzo -1 aprile,  e mi sembrava di essere fuori stagione, perchè io sono abituata a squagliarmi sotto il sole di luglio-agosto, a sgomitare in fila per lo spettacolo dei delfini, ad essere calpestata sulla via dell'arrembaggio ai lettini o del metro quadro di prato da occupare intorno alle piscine.

Sabato invece, un'emozione non da poco: niente parcheggio caotico, niente fila alle casse, staff rilassato ed accogliente, bar e ristoranti abbordabili, posti vuoti sugli spalti, ovunque una sensazione da sopravvissuti, perchè vagavamo da uno spot all'altro quasi fossimo spersi in un'area sconosciuta.

Sono addirittura andata contro le mie fortissime paure da cardiopalmo convincendomi ad accompagnare la mia gnometta di 5 anni sui giochi che poteva fare per la prima volta - avendo superato da poco il metro di altezza - non essendoci il papà che, a differenza mia,  sarebbe impazzito come un bambino. Non potevo proprio darle l'immagine della mamma fifona - no, proprio no, a fronte del papà supereroe poi - e vista l'in-cre-di-bi-le assenza totale di file, quelle chilometriche di sempre,  mi sono fatta coraggio e le sorridevo mentre salivamo le scale che mi portavano al patibolo ... volevo dire, all'Harakiri, e più salivamo, più mi sentivo morire, più le sorridevo ...
un finto entusiasmo nel salire sui canottini e poi viaaa, chiudere gli occhi e stringersi forte, mica capita tanto che qualcuno muoia di infarto, non sarò proprio io a riempire le statistiche...

E così mi è toccato l'Harakiri 7 volte, la Piovra 2 volte, lo Squalotto 3 volte. Ogni volta mi sentivo a pezzi per la tensione alle stelle e i muscoli tirati, insieme a quei sorrisi stitici che rivolgevo alla mia gnoma. Ah ah ah, che paranoica che sono! Tutte le paure ce l'ho io.  Alla fine del supplizio mi sentivo addirittura felice, avevo superato paure che neanche a vent'anni avevo saputo affrontare con incoscienza.

Soliti appuntamenti alla Baia dei Pinnipedi, all'Isola dei Delfini, alla Foresta dei Pappagalli, al Galeone dei Tuffatori, addirittura un super veloce tour nell'Era dei Dinosauri. Certo le piscine erano chiuse, gli spettacoli non tutti sono andati come avrebbero dovuto, con la foca che non voleva proprio dar retta agli istruttori e sguazzava felice in acqua finchè hanno dovuto interrompere lo spettacolo. Però è stata una pacchia, una giornata tranquilla e giocosa per gustarsi un parco che in altri periodi della stagione è terribilmente caotico.

Inutile dire che in queste occasioni si mangia al di fuori dei canoni quotidiani, con panini, patatine, snack, bibite e dolcetti. Fa parte del gioco, all'insegna del divertimento di una giornata da ricordare.

La sera, a casa, però, ci aspettavano dei fagottini di cernia, preventivamente preparati contro ogni crisi da stanchezza e da non voglia di mettersi ai fornelli. Una ricetta semplice, veloce e gustosa.


Filetto di pesce al cartoccio



INGREDIENTI
x 4 persone:

4 filetti di pesce fresco 
piselli surgelati, 100 g 
carote, 2
zucchine, 2
pomodori pachino, 8
scaglie di mandorle, q.b.
mirtilli, 8
sale
olio Evo, q.b.

PREPARAZIONE:

Disponete su un tavolo 4 fogli di carta di alluminio della misura 3 volte più grande in larghezza e 2 volte in lunghezza.

Ponete i filetti al centro del foglio. Aggiungete i piselli, le carote e le zucchine tagliate a julienne, i pomodori pachino tagliati a metà, 2 mirtilli e qualche scaglia di mandorle.

Condite con un giro d'olio e poco sale.

Chiudete con cura l'involucro, avvolgendo più volte le estremità, in modo che i liquidi che si produrranno in cottura non fuoriescano dal fagottino e favoriscano la cottura a vapore e la morbidezza del pesce.

Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti.


venerdì 23 marzo 2012

Tè Matcha, macarons e dintorni...


Dopo 3 anni ho rivisto Emanuela, la mia cara amica di studi, chiacchiere e università.
Qualche giorno fa mi telefona, risbucando fuori dal nulla ed è come se tutto questo tempo fra allora e oggi non fosse esistito. Nessuno stacco, nessun cambiamento.
Mi parlava come fosse ieri che ci chiedevamo di esami e programmi da preparare, di quel professore odioso o di quello che lei sognava anche la notte e a me viene voglia di abbracciarla.
Carina, sempre uguale, sempre divisa tra studi, lavoro e amori sfortunati, ci siamo date appuntamento a Termini per un caffè, un abbraccio, due passi, il ripristino del filo di un discorso.

La mattinata soleggiata e tiepida, la giacca sotto il braccio, sembravamo turiste in  città. Io poi avevo già la sordida idea di arrivare a piedi fino a via del Boschetto, dove dovevo assolutamente trovare quel famigerato tè matcha tanto ricercato, decantato, desiderato, esploso come un must have nell'immaginario web collettivo. Uno di quegli  ingredienti-feticcio dei foodobloggers, come l'ha ironicamente definito qualcuno e mi viene da ridere, perchè è proprio così. Anche io sono tra questi: appartenente alla specie che rimane colpita da certe ricette bloggoroiche virali che influenzano la blogsfera e che rincorre per anni. Infatti mi ero già preparata una lista dei negozi dove chiedere e non appena metto piede a Roma, mi dicevo, questa polvere magica deve essere mia, una specie di blog-dipendenza  totale. 

Mi sono allora trascinata dietro la mia amica, percorso via di Santa Maria Maggiore fino a via dell'Angeletto, che poi diventa via del Boschetto, su, fino al civico 112, a Il Giardino del Té, dove sapevo di trovare una vasta scelta di infusi vari. Negozio piccolino ma particolare, dove entri e ti trovi subito in un corridoio stretto e lungo, avvolta in un misto di profumi, polveri, pacchettini, foglie sminuzzate. Tutto molto inebriante e affascinante... tranne poi pagare €17,50 quaranta grammi di té senza fare una piega, come è mio solito, quando vengo presa alla sprovvista e sento quella gocciolina di sudore scendere giù dalla fronte. 
Chissà perché Castroni in via Cola di Rienzo o quel Market Coreano davanti al quale siamo passate venendo  giù da via Cavour, mi avevano lasciato abbastanza indifferente. Sapevo che lì i prezzi si aggiravano intorno ai €5 e mi ero fatta questa idea che avrei trovato lo stesso prezzo ovunque.

Invece no, ho voluto puntare subito in questo posto Già il nome della via mi piaceva: andavo a liceo nei dintorni anni fà e correvo su questa strada di ciottoli quando marinavamo la scuola e con le amiche scappavamo via dalla vista dei prof. ...
Poi mi sembrava un negozio di nicchia, proprio uno di quelli che piacciono tanto a me, che fingo di essere alternativa e il più delle volte ricevo delle fregature pazzesche.
La mia amica continua a dirmi che sono strana a comprare 'ste cose strane a 'sti prezzi assurdi ed io ad imprecare. Ah ah ah. Mi consolo pensando che provenga direttamente dalla cerimonia del tè, un residuo dell'imperatore, hai visto mai. 

E poi continuo a dirmi che la scelta degli ingredienti è importante e fa la differenza. Ne ho avuto la conferma appena ho aperto la lattina, ben sigillata, come una bibita gassata. Improvvisamente una nuvola di aroma e polvere impercettibile si è sprigionata nell'aria come da una prigione scardinata, neanche fosse la Lampada di Aladino. Beh, è bastato questo. Come dicono gli inglesi  Non hai mai una seconda chance per fare una prima impressione (You never get a second chance to make a first impression): questo nostro primo incontro è stato decisivo. Me ne sono innamorata.

In più, ho dovuto per forza provare quest'altra bloggorroica ricetta virale, che, alzi la mano chi, da quando impazza nella blogsfera, non ha mai deciso di provare.

I miei macarons non sono per niente perfetti, molto lontani dalle foto bellissime di foodbloggers bravissime ... però pensavo peggio, ero convinta che alla fine avrei dovuto buttare via tutto, come mi succede spesso. Sapevo che erano difficili da fare. E, visto che ci stavo, li ho provati sia con la crema al matcha, che al cioccolato bianco e fondente e beh, li ho trovati buonissimi... sarà che ogni scarrafone è bello a mamma sua.

Ingredienti
per circa 15 macarons completi:

2 bianchi d'uovo a temperatura ambiente
100 g di farina di mandorle
170 g di zucchero a velo
40 g di zucchero semolato finissimo
1 cucchiaino di tè matcha

Per la ganache:
1 cucchiaino di tè matcha
100 g di cioccolato bianco (o cioccolato fondente)
50 g di burro
50 ml di panna fresca

Preparazione:

Mettete lo zucchero a velo, la farina e il tè matcha nel mixer. Deve diventare una polvere finissima tritando a lungo ma facendo frequenti pause per non surriscaldare le lame e inumidire le farine.
Passate al setaccio eliminando ciò che non passa, in modo da ottenere un composto liscio.

Montate gli albumi a neve ferma, aggiungendo poche gocce di succo di limone.

Aggiungete lo zucchero semolato finissimo continuando a usare lo sbattitore a bassa velocità finchè l'albume assume un aspetto lucido.

Aggiungete il composto di farina di mandorle/zucchero/ matcha in due riprese, mescolando dal basso verso l'alto per non smontare gli albumi. Il risultato deve venir giù come un nastro continuo, non troppo solido ma neanche troppo liquido.

Disegnate, aiutandovi con un piccolo bicchiere, dei cerchi distanziati di circa 5 cm su un foglio bianco, che porrete sotto la carta da forno. Mettete il composto in un sac-à-poche e  riempite i cerchi che traspaiono sotto la carta da forno con il composto.

Fate riposare per un paio d'ora, in modo che asciughino e formino una crosticina sulla superficie, che permetterà di ottenere la famosa coroncina tipica dei macarons.

Ponete in forno preriscaldato per circa 15 minuti a 150°. Lasciate raffreddare prima di staccare.

Preparate la ganache facendo sciogliere in un pentolino a bagnomaria il cioccolato, il burro e la panna. Aggiungete il cucchiaino di tè matcha e lasciate raffreddare. Ponete in frigo perchè rassodi bene ma non solidifichi troppo.

Ponete una generosa quantità di crema tra due macarons, in modo da attaccarlo l'uno all'altro, poi ponete velocemente in frigo a raffreddare per tutta la notte.

Al mattino un risultato golosissimo.



Con questa ricetta partecipo al contest verde di Essenza in Cucina e My Taste For Food. Un saluto a Cinzia e Valentina.
Colors & Food What Else?



E al contest Piccole Delizie di Stefania nel suo blog Nuvole e Farina

martedì 20 marzo 2012

Ancora, menu di primavera...


Come dicevo ieri, ancora un paio di spuntini, freschi e colorati, per accogliere questa primavera che, eccola si, è finalmente arrivata. Germogli, fiori, verdi di tutte le sfumature che appaiono qua e là, a rigenerare  i panorama visivi e le nostre idee.
Sarà la brezza, saranno i colori, le giornate piene di sole ma si avverte nell'aria un'energia nuova, stimoli gradevoli e positivi. Anche in cucina la primavera mette in tavola sapori nuovi, pretende pietanze fresche e allegre, gusti croccanti e leggeri. E cosa c'è di meglio di una cenetta semplice e leggera, verde primavera? Approfittando del contest di Cinzia e Valentina ho così deciso di preparare una serie di piccoli antipasti, che messi insieme appaiono davvero sfiziosi.
Qui le praline di formaggio e il pane verde, accostati a queste mazzancolle fritte in pasta, alle bruschette con gli asparagi e alle focaccine farro e spinaci da accompagnare ad un bel tagliere di salumi e formaggi.


Mazzancolle fritte in pasta

INGREDIENTI
per 4 persone:

8 mazzancolle o gamberoni
1 nido di capelli d'angelo
olio d'oliva
100 g di valeriana
8 cucchiai di pesto


PREPARAZIONE:

Cuocete i capelli d'angelo in acqua salata per pochi minuti. Scolate e unite poco olio. Appena saranno un pò raffreddati, separateli  con le mani in modo da preparare dei fili lunghi.

Pulite le mazzancolle lasciando solo le code e avvolgetele con i fili di pasta, stringendo bene per non evitare che si aprano in cottura.

Scaldate dell'olio in una padella e quando sarà caldo friggete le mazzanolle pochi minuti per lato. Scolatele con un mestolo forato e adagiatele su carta assorbente.

Ponete in piccole coppe della valeriana già condita e sistematevi sopra un cucchiaio di pesto e le mazzancolle fritte, spolverando con un pò di sale.


Focaccine verdi di farro e nocciole


INGREDIENTI:

200 g di spinaci già lessati
400 g di farina '00'
200 g di farina di farro
1/2 bustina di lievito di birra secco
3 cucchiai di olio Evo
3 cucchiai di parmigiano
1 cucchiaio di miele di arancia
1 cucchiaino di sale fino
20 gr. granella di nocciole
acqua tiepida q.b.

PREPARAZIONE:

Passate al mixer gli spinaci con il pamigiano, il sale e l'olio.

Mescolate le farine con il lievito e la granella di nocciole, aggiungete il miele e il mix di spinaci tritati, aggiungete dell'acqua calda se dovesse essere necessario per impastare meglio il tutto.

Date all'impasto la forma di una palla e lasciate lievitare per circa un'ora in luogo caldo (io preriscaldo il forno a 50° e poi spengo), coperto da un panno umido.

Trascorso il tempo di lievitazione, formate delle palline e schiacciatele un pò nella teglia che avrete foderato con della carta da forno.

Lasciate lievitare ancora per 30 minuti, poi schiacciate di nuovo le focaccine ungendo un pò la superficie.

Cospargete di sale e passate in padella a fuoco lento




Bruschette con asparagi

INGREDIENTI
per 4 persone:

8 asparagi freschi grandi o 16 fini
4 fette di pancetta tagliata fina
4 fette di pane di grano duro
4 foglie di lattuga tenere
olio Evo
sale
pepe

PREPARAZIONE:

Lavate gli asparagi, eliminate le parti dure e sbollentateli in acqua salata per 10 minuti circa.

Tostate al forno le fette di pane e irroratele con un cucchiaio di olio. Salate e pepate.

Fate sfrigolare per pochi minuti la pancetta in una padella antiaderente. poi distrubuitevi sopra una foglia di lattuga  e due asparagi (grandi o 4 di quelli selvatici che sono più piccoli).

Avvolgete e trtasferite i rotoli sulle fette di pane tostate.

 


Anche con queste ricette partecipo al contest Colors & Food, What Else?  del mese di Marzo

lunedì 19 marzo 2012

Pane verde primavera e praline ai pistacchi



Tanti auguri a tutti i papà. Mi piace pensare che tutti oggi saranno dei buoni papà, sorridenti, attenti, presenti, disponibili. A dispetto di tutte quelle notizie che ci arrivano quasi giornalmente dalla cronaca dei giornali.
Anche la mia piccola ha festeggiato il suo papà, il suo orsacchiotto bruno. Immancabile il lavoretto da scuola, la poesia, le tenerezze che ogni cucciolo riesce a trasmettere con  la bellezza dei suoi pochi anni.

Abbiamo pensato e lavorato ad una cena speciale, da preparare insieme: impastare, rotolare, tagliare, decorare. Da parte mia ho solo spinto un pò per tendere verso quel colore verde che mi premeva particolarmente. Eh si, perchè è dai primi di marzo che vorrei adoperarmi in fretta per partecipare al contest di Cinzia e Valentina, l'ormai consueto Colors & Food What Else?, e sempre dai primi di marzo continuo a cambiare idea e ricetta, finendo per accumulare appunti, confondere ingredienti e buoni propositi.
Così stasera ho messo insieme un pò di note recuperate qua e là, appuntate a mano o stampate dal computer, e mi sono fermata a riflettere... da dove cominciare? Piccola lista mentale delle tempistiche e priorità, dopodichè la cucina si è trasformata in tempo record in un vero campo da battaglia: pistacchi tritati abbandonati; farine varie sparse sul pavimento, sul lavandino, sui vestiti e la mia faccia; asparagi, gorgonzola, mazzancolle, fiocchi d'avena, fiori, tutti in attesa, in ordine sparso, di un possibile utilizzo ma poi, chissà, ce la farò a dar fondo a tutta 'sta roba, a far ritornare la casa quel luogo accogliente e abitabile?
Per fortuna il timing è stato da furore e nonostante il caos inquietante e gli attrezzi lanciati nelle dispense, la quiete è ritornata fra noi e la nostra cucina. Addirittura una parvenza di allestimento in veranda.

Qui ricette e procedimenti del Pane Verde di Primavera e delle Praline al gorgonzola e pistacchi.
Domani il seguito, Mazzancolle in pasta fritta e le Focacce al basilico.

Pane Verde primavera


Ingredienti

300 g di spinaci già lessati e ben strizzati
200 g farina di farro
100 g fiocchi d'avena
200 g farina "00"
1 bustina di lievito di birra secco (tipo Mastro Fornaio)
3 cucchiai di olio Evo
2 cucchiai di parmigiano
1 cucchiaio dimiele d'arancio
1 cucchiaino di sale
acqua tiepida q.b.
pochi semi di lino

PREPARAZIONE:

Frullare gli spinaci lessati e ben strizzati insieme al parmigiano, il sale e l'olio.

Aggiungete il composto ottenuto alla farina di farro, grano "00", i fiocchi d'avena e il lievito che avrete posto sulla tavola a fontana.

Aggiungete 1 cucchiaio di miele e lavorate l'impasto aggiungendo gradatamente poca acqua calda se servisse a rendere più morbida la pasta.

Dopo averla lavorata per circa 10 minuti, formate una palla, riponete in una terrina coperta con un panno umido e lasciate lievitare in forno preriscaldato a 50°  e poi spento, per circa 3 ore.

Passato il tempo in cui l'impasto sarà raddoppiato, tirate fuori e preriscaldate il forno a 200°.

Aggiungete un pò di olio e sale e lavorate la pasta. Formate una palla, fate un taglio a croce, ungete un pò la superficie e cospargete di semi di lino in base al vostro gradimento.

Ponete in una teglia unta e foderata con carta da forno e fate cuocere a 200° per 15 minuti.

Poi abbassate il calore e cuocete per altri 40 minuti a 180°.


Praline al gorgonzola e pistacchi




Ingredienti:

100 g di gorgonzola
100 g di ricotta di pecora
2 cucchiai di parmigiano
20 g di burro morbido
10 foglie di basilico
50 g di pistacchi / semi di zucca



PREPARAZIONE:

Unite in una terrina il gorgonzola, la ricotta, il parmigiano e il burro ammorbidito a temperatura ambiente.

Tritate finemente il basilico e aggiungetelo al composto, aggiustando di sale.

Mescolate bene con un cucchiaio di legno per ottenere una crema omogenea.

Formate con le mani delle palline e passatele in 50 g di pistacchi tritati grossolanamente in modo da coprire interamente la superficie.

Mettetele in frigo per almeno due ore, poi ponete al centro uno stuzzicadenti, in cui potete infilzare, a piacimento, un tocco dolce di pera, di cachi o un acino d'uva.



Con queste ricette partecipo al contest di Cinzia (Essenza in cucina) e di Valentina (My taste for food) in cui protagonista nel mese di marzo è il verde, colore di una dolce primavera.