Ognuno ha dei capisaldi nella vita, si sa, punti di vista difficili da cambiare nel corso degli anni.
E io non ho mai amato il rosa. Ecco, l'ho detto. Nella mia crescita e trasformazione in adolescente ribelle, puntualizzatrice, contestatrice e anche un pò pro-femminista (una vera rompiballe, insomma), questo colore mi sembrava insopportabilmente sessista, melenso, banale, con tutti i corollari e i significati in negativo che potevo appiccicare al termine romantico, concetto che poco rientrava nelle mie corde.
Tutto credo sia nato da bambina nella scelta dei pigiama. Quando si andava a comprarne uno nuovo era la solita agonia: centinaia di confezioni patinate, economiche o costose, ma la scelta del colore rimaneva sempre e solo tra il rosa e l'azzurro; se andava bene, forse, botta di vita, magari c'era anche in bianco. E io non riuscivo a crederci.Cavolo, sono stufa di pigiama rosa o azzurri, mi dicevo; vorrei un pigiama, che ne so, giallo albiccoca, verde pisello, magari lilla ciclamino, tiè! Invece chissà perchè tutti i colorifici tessili del mondo programmavano le loro macchine su quei soli colori. Misteri della produzione industriale che non mi era dato capire.
Tutto è cominciato da lì, dunque, passando poi per le frequentazioni scolastiche in cui, categorico, si formano i primi gruppi di aggregazione. Dunque le appassionate di Baglioni, tutte pizzi e nastri rosa, si distinguevano dalle fans di Renato Zero, dai look multicolor, e dalle amanti della musica rock d'oltrealpi, dallo stile parecchio noir, con tutte le distinzioni caratteriali, linguistiche e mentali che la musica d'ascolto portava nello scegliersi e riconoscersi reciprocamente. Io ero per le contaminazioni inglesi, un pò rockettara, quindi figuriamoci come potevo vedere i fronzoli e le sdolcinerie baglioniane.
Poi la gravidanza oltre ai sapori cambia anche i gusti, si sa, e da quando è nata la mia gnometta molte cose sono cambiate. Tra queste l'attenzione per il rosa. Sarà che non me lo sono filato per una vita e allora, olé, changez la femme, cancelliamo tutti i pensieri precedenti e all'insegna della pura coerenza adesso è tra i miei preferiti nelle sfumature fucsia e rosa confetto distribuiti nell'arredamento di casa, per non parlare del vestiario della gnoma che se apri l'armadio ti investe con tutta la sua appiccicosa sdolcineria monocromatica di una scelta fatta dalla piccola con pura coscienza, perchè per lei, al contrario di me, esiste solo il rosa, non ci sono altri colori.
In cucina, però, il rosa
non è proprio naturale. Sono abbastanza ignorante in materia, lo so, ma nonostante sforzassi al massimo le provatissime meningi, non ho trovato frutta rosa da adattare a piatti salati o dolci, come piace a me.
Allora per la prima, badate bene, PRIMA ricetta per il Colors & Food, What Else? contest di Cinzia e Valentina, ho deciso di buttarmi sulle fragole, banalissime ma gustose e invitanti in questo periodo perchè sono le prime e io resistere alle primizie proprio non riesco. Poi quelle che ho trovato su un banco del mercato provenivano da Terracina, che sono innanzitutto italiane, coltivate a pochi chilometri da qui e comunque notoriamente piccoline ma ben rosse e dolcissime, di un sapore intensissimo.
Unite al couscous creano un connubio insolito e sorprendente, un dessert per una cena creativa, tratto dall'idea di un vecchissimo numero di Cucina Moderna, la cui pagina doviziosamente strappata troneggia tra le pagine del mio talismano personale da anni immemori.
Ciambella di Couscous e Coulis di Fragole
INGREDIENTI:
couscous 200g
fragole pulite 200 g
liquore rosso 4 cucchiai (liquore di melograno)
zucchero 180 g
burro 50 g
latte 5 dl
uovo 1 + tuorli 2
baccello di vaniglia
scorza di limone non trattato + succo
PREPARAZIONE:
Portate a ebollizione il latte con il baccello di vaniglia, la scorza di limone e 80 g di zucchero in una casseruola.
Versate il couscous e cuocete a fuoco molto basso per 3 minuti, sempre mescolando.
Togliete la scorza di limone e il baccello di vaniglia, unite il burro a pezzetti e aromatizzate con il liquore.
Dopo 5 minuti incorporate l'uovo e i tuorli sbattuti.
Versate mezzo bicchiere d'acqua in un pentolino antiaderente, unite 70 g di zucchero e cuocete a fuoco basso fino ad ottenere un caramello ambrato.
Versate il caramello ottenuto nei piccoli stampi a ciambella, livellatelo e cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti.
Lasciate riposare il dolce per 10 minuti.
Nel frattempo preparate il coulis di fragole mettendo la frutta in un pentolino con 30 g di zucchero e 1/4 di succo di limone e cuocete a fuoco lento fino a ridurlo. Passate al setaccio. (Per la crema rosa ho unito qualche cucchiaio di latte).
Versate un pò di salsa in un piatto da portata, ponete la ciambella di couscous nel centro e decorate a piacere.
al contest di Isabella:
La Fragola vien Mangiando
e all'immancabile contest di
Cinzia e
Valentina:
Colors & Food, What Else? Aprile...Think Pink!